Marker infiammatori patogeni gastrointestinali e respiratori
I test rapidi sono test immuncromatografici “one step” per la ricerca qualitativa in vitro di marker infiammatori e di antigeni di patogeni del tratto gastrointestinale e respiratorio. I test disponibili sono:
DETERMINAZIONE DI MARKERS INFIAMMATORI:
- Calprotectina
- Lactoferrina
- Calprotectina-Lactoferrina
- Hbfecale
- Hb fecale- Transferrina
DETERMINAZIONE DI ANTIGENI DI PATOGENI GASTROINTESTINALI :
Virus
- Rotavirus
- Adenovirus
- Rota-Adenovirus
- Norovirus GI/GII (ricerca simultanea di Norovirus di genogruppo I e II)
- Norovirus GI-GII (ricerca differenziata di Norovirus di genogruppo I e II)
- Astrovirus
- Enterovirus
- HAV
- RSV
- Adenovirus Respiratory
- Influenza A+B
Batteri
- Clostridium difficile GDH
- Clostridium difficile TOXIN A/B (ricerca simultanea delle tossine A e B)
- Clostridium difficile TOXIN A- TOXIN B (ricerca differenziata delle tossine A e B)
- E. coli O157:H7
- H. pylori
- Campylobacter
- Yersinia enterocolitica O:3
- Yersinia enterocolitica O:9
- EHEC STX1+STX2 ( ricerca differenziata di verotossina 1/shiga 1 (VT1/STX1) e verotossina 2/shiga 2 (VT2/STX2) di E. coli enteroemorragico EHEC).
- Salmonella (ricerca Salmonella spp.)
- Salmonella typhi
- Shigella
- Shigella dysenteriae (ricerca Shigella spp.)
- Strep A (ricerca di Streptococcus pyogenes gruppo A)
- Legionella pneumophila
- Listeria monocytogenes
Parassiti
- Cryptosporidium
- Giardia
- Crypto-Giardia
- Entamoeba (ricerca di E. hystolica e E. dispar)
Materiali forniti nei kit:
- Card monouso
- Flacone per la raccolta del campione con tampone di estrazione.
Tipologia di campione su cui effettuare l’analisi:
- Feci
- Urina (solo per il test Legionella)
- Tampone nasofaringeo/lavaggio nasofaringeo/aspirato nasofaringeo (test RSV, Adenovirus Respiratory, Influenza A+B, Strep A)
Vantaggi
- Test “one step” facili da utilizzare
- Risultati veloci in 5-15 minuti
- Piccola quantità di campione da analizzare
- Reagenti pronti all’uso
- Facile interpretazione dei risultatii
Background clinico
CALPROTECTINA
La Calprotectina è una proteina contenente calcio che costituisce il 5% del contenuto proteico totale e il 60% delle proteine del citosol dei neutrofili. Possiede proprietà batteriostatiche e micostatiche ed è presente nelle feci in quantità sei volte superiori rispetto ai livelli plasmatici. Si presta quindi ad essere sfruttata come marker biologico fecale per determinare lo stato della patologia infiammatoria intestinale (IBD). La patologia IBD comprende il morbo di Crohn (CD) e la colite ulcerosa (UC), ed è associata ad un elevato livello di neutrofili. Il saggio della calprotectina è di grande aiuto per differenziare in sede diagnostica il disturbo gastrointestinale organico (IBD) da quello funzionale (IBS: Intestinal Bowel Syndrome). E’ un ottimo marcatore biologico oggettivo e non invasivo, utile soprattutto in età pediatrica, poiché permette di evitare, ove non necessaria, la colonscopia. Quest’ultima richiede di norma l’anestesia generale per i bambini. Livelli eccessivi di calprotectina nelle feci, inoltre, sono associati ad un aumentato rischio di recidiva in pazienti sofferenti di patologia infiammatoria intestinale (IBD). In base ad alcuni studi scientifici, si può affermare che il valore di 50μg hFCP/g feci rappresenti il “cut-off” per identificare problemi infiammatori gastrointestinali a carico di pazienti adulti.
LATTOFERRINA
La Lattoferrina (Lf) è una glicoproteina che viene prodotta dai neutrofili, dai fagociti mononucleari e dalle cellule epiteliali ed è contenuta nei fluidi secretori come saliva e latte materno. La sua funzione è quella di bloccare la crescita batterica limitando la disponibilità di ferro e questo effetto è incrementato dalla presenza di specifiche IgA secretorie dirette contro i batteri.La Lf ha anche un effetto battericida causando danni diretti alle membrane cellulari, in cooperazione con il lisozima. Quando l’infiammazione si sviluppa nel tratto gastrointestinale, i neutrofili ed i fagociti migrano verso il focus dell’infiammazione e rilasciano i granuli contenenti Lf. La Lf è stabile nelle feci ed è facilmente rilevata con metodi immunochimici.Questo marker è elevato in pazienti con patologia infiammatoria intestinale. Le patologie infiammatorie intestinali (IBD) comprendono la colite ulcerosa (CU) e la malattia di Crohn (MC) e rappresentano uno spettro di malattie caratterizzate da una infiammazione idiopatica e cronica che colpisce il tratto gastrointestinale (GI). I pazienti pediatrici ed adulti affetti da IBD possono presentare una varietà di sintomi clinici (tra cui dolore addominale e diarrea) che possono essere aspecifici.La Lf ,quindi, aiuta a differenziare i pazienti con patologie gastrointestinali infiammatorie (infezione batterica invasiva, IBD, ecc ) da quelli con patologie gastrointestinali non infiammatorie (virali, tossigeniche, ecc ).
EMOGLOBINA FECALE-TRANSFERRINA
Il cancro del colon-retto è il cancro che si verifica nel colon o nel retto, colpisce sia uomini e donne di tutti i gruppi razziali ed etnici, ed è più frequente a partire dai 50 anni d’eta. Per gli uomini, il cancro colon-rettale è il terzo tumore più comune dopo quello della prostata e del polmone. Per le donne, il cancro colon-rettale è il terzo tumore più comune dopo il cancro della mammella e del polmone.Il sangue occulto fecale dovrebbe essere un indicatore importante nella valutazione diagnostica dei pazienti con sospetta emorragia gastrointestinale di qualsiasi eziologia, non solo come un’indicazione di cancro colon-rettale.La presenza di emoglobina umana nelle feci non è sufficiente come test di screening per il cancro dello stomaco (disturbi gastrointestinali superiori), perchè l’emoglobina umana proveniente dal tratto superiore dell’apparato digerente è digerita nel tratto intestinale con conseguente perdita dell’antigenicità.La determinazione della transferrina fecale, che è più stabile nelle feci rispetto all’emoglobina, offre un metodo alternativo per la diagnosi della patologia del tratto superiore dell’apparato digerente.Il sangue nelle feci può essere l’unico sintomo del cancro, ma non in tutti i casi il sangue nelle feci è causato dal cancro. Altre condizioni che possono causare sangue nelle feci sono: emorroidi, ragadi anali, polipi del colon, ulcera peptica, colite ulcerosa, malattia da reflusso gastroesofageo (GERD), malattia di Crohn, così come l’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
ROTAVIRUS ed ADENOVIRUS
Le gastroenteriti di origini virale sono patologie infettive riconducibili a diversi agenti virali e si manifestano con vomito o diarrea. Tra i virus che possono essere causa di gastroenterite, vanno citati i rotavirus, i norovirus, gli adenovirus, i sapovirus e gli astrovirus. I sintomi tipici della gastroenterite consistono in vomito e diarrea con feci liquide. Il paziente presenta spesso anche mal di testa, febbre e crampi addominali (genericamente descritti come “mal di stomaco”). In generale, i sintomi si manifestano 1-2 giorni dopo l’infezione e possono durare da 1 a 10 giorni in funzione del tipo di virus che ha causato l’infezione. In base ad alcuni studi, si può dire che la durata media oscilla tra i 3 – 4 giorni. Le infezioni da Rotavirus, negli Stati Uniti, sono la causa di circa 70.000 ricoveri ospedalieri all’anno riguardanti bambini, nonché di 160.000 presenze in Pronto Soccorso di soggetti di età inferiore a 5 anni, e di mezzo milione di visite presso gli ambulatori dei medici di famiglia. Inoltre, sempre negli USA, circa 100 decessi all’anno di pazienti in età pediatrica sono attribuibili a complicazioni da infezione da Rotavirus. I Rotavirus colpiscono strati di popolazione di tutte le condizioni socio-economiche, e la sua frequenza (uguale nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo) fa sì che non ci siano praticamente differenze dovute alle misure igieniche e/o alla pulizia delle fonti idriche.Negli Stati Uniti, l’infezione da Rotavirus ha un picco stagionale in autunno per quanto riguarda gli stati del sud-ovest, per poi colpire il nord-est in primavera, per cui si può dire che l’infezione si manifesti più frequentemente nei mesi invernali. Tuttavia, un’infezione da Rotavirus può verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.Gli Adenovirus provocano episodi di diarrea soprattutto a carico di bambini al di sotto dei 2 anni, ma possono essere colpiti individui in età pediatrica ed anche adulti; le malattie dell’apparato respiratorio associate ad infezione da Adenovirus si registrano con maggior frequenza alla fine dell’inverno, in primavera e all’inizio dell’estate; episodi infettivi sono comunque possibili durante tutto l’arco dell’anno.
ADENOVIRUS RESPIRATORY
Sebbene ci sia una grande varietà di agenti virali in grado di causare infezioni delle basse vie aeree respiratorie in bambini ed adulti, l’Influenza A e B, il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), i Virus Parainfluenzali 1,2, 3 e l’Adenovirus sono i virus più comuni. I sintomi della malattia respiratoria causata dall’infezione da Adenovirus variano dalla comune sindrome del raffreddore alla polmonite, alla ”crup”, e alla bronchite.
NOROVIRUS
I Norovirus, membri della famiglia dei Caliciviridae, sono un gruppo di oltre 40 virus estremamente eterogenei. L’infezione è tipicamente caratterizzata da vomito auto-limitato e diarrea, che risultano essere i sintomi prevalenti per 12-60 ore.I Norovirus sono divisi in cinque genogruppi distinguibili (GI-GV) basati sulla similarità della sequenza del genoma; tuttavia, solo i ceppi dei virus dei genogruppi I e II sono noti per infettare diffusamente gli esseri umani. Ulteriori ceppi appartenenti al genogruppo IV, recentemente identificato, sono stati rilevati anche nelle feci umane. I Norovirus all’interno di un genogruppo possono differire fino al 40% nella sequenza aminoacidica codificante il capside e più del 50% tra i differenti genogruppi.
ASTROVIRUS
La gastroenterite virale è un’infezione causata da una varietà di virus che causano vomito o diarrea. Diversi virus possono causare la gastroenterite, compresi rotavirus, norovirus, adenovirus, sapoviruses e astrovirus. I principali sintomi di gastroenterite virale sono diarrea acquosa e vomito. La persona interessata può avere anche mal di testa, febbre e crampi addominali (“mal di pancia”). Generalmente, i sintomi iniziano tra 1 e 2 giorni dopo l’infezione virale che provoca la gastroenterite e può durare da 1 a 10 giorni, a seconda del tipo di virus. Alcuni studi hanno dimostrato che la durata dei sintomi è di circa tre o quattro giorni. Solitamente l’infezione da Astrovirus non porta a situazioni gravi e solo in alcuni casi rari porta alla disidratazione. Adenovirus e Astrovirus causano diarrea soprattutto nei bambini piccoli, ma possono essere colpiti anche i bambini più grandi e gli adulti.
ENTEROVIRUS
Agli Enterovirus appartengono i Poliovirus, Coxsakievirus, Echovirus, e gli Enterovirus numerati. Gli Enterovirus sono virus a singolo filamento di RNA. Gli Enterovirus possono causare un ampio spettro di malattie negli esseri umani. Tutti gli enterovirus sono trasmessi per via fecale-orale, ma possono causare una sintomatologica non solo associata a gastroenteriti in quanto alcuni virus possono passare dal tratto intestinale ad altri organi. I Poliovirus di solito infettano il loro ospite, attaccando il sistema nervoso centrale e causano la paralisi nelle vittime (poliomielite). I Coxsackievirus sono stati associati non solo ad infezioni respiratorie sistemiche e gastroenteritI, ma anche a diabete ed a malattie cardiache insulino-dipendenti, come la miocardite e la pericardite. Gli Ecovirus sono generalmente meno contagiosi rispetto ad altri enterovirus e sono di solito associati a comuni malattie da raffreddamento ed a malattie respiratorie. Gli enterovirus numerati (enterovirus tipo 68 a 71) non sono stati studiati a lungo, ma sono stati isolati da pazienti con bronchiolite, congiuntivite, meningite, e paralisi simile a poliomielite.
INFLUENZA A+B
Sebbene ci sia una grande varietà di agenti virali in grado di causare infezioni delle basse vie aeree respiratorie in bambini ed adulti, l’Influenza A e B, il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), i Virus Parainfluenzali 1,2, 3 e l’Adenovirus sono i virus più comuni. Oltre a condividere una simile prevalenza stagionale, è importante essere consapevoli del fatto che l’ Influenza A e B e l’RSV mostrano una sovrapposizione di manifestazioni cliniche e la stessa probabilità di infezione per alcuni gruppi di pazienti ad alto rischio (ad esempio nei pazienti ad età avanzata, in pazienti con problemi cardiopolmonari ed in pazienti immunosoppressi).
RSV
Sebbene ci sia una grande varietà di agenti virali in grado di causare infezioni delle basse vie aeree respiratorie in bambini ed adulti, i virus più comuni sono l’Influenza A e B, il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), i Virus Parainfluenzali 1,2, 3 e l’ Adenovirus. Tra questi, l’Influenza A e B e l’RSV sono la causa più importante di malattie acute respiratorie medicalmente assistite. Oltre a condividere una simile prevalenza stagionale, l’Influenza A e B e l’RSV mostrano una sovrapposizione di manifestazioni cliniche e la stessa probabilità di infettare alcuni gruppi di pazienti ad alto rischio (ad esempio in pazienti ad età avanzata, in pazienti con disturbi cardio-polmonari ed in pazienti immunosoppressi) L’RSV (Virus Respiratorio Sinciziale) è generalmente considerato la causa più frequente di polmoniti, bronchiti e tracheobronchiti nella maggior parte dei bambini e dei giovani ed è anche la causa eziologica nel 14-27% dei casi di polmonite negli anziani durante il periodo invernale.
CLOSTRIDIUM DIFFICILE
Il Clostridium difficile è un bacillo anaerobio, gram positivo, sporigeno. La caratteristica fondamentale che permette al batterio di sopravvivere per un lungo periodo di tempo nei pazienti e nell’ambiente e, che ne facilita la sua trasmissione, è la capacità di formare spore. La trasmissione di C.difficile avviene per via fecale-orale. Il Clostridium difficile è il principale patogeno responsabile di diarrea associata ad antibiotici e/o a coliti pseudomenbranose in pazienti ospedalizzati. La maggior parte della flora batterica del colon di un individuo adulto sano è generalmente resistente alla colonizzazione di C.difficile. Se la flora batterica viene alterata, la resistenza alla colonizzazione da parte di questi batteri viene persa. Per tale motivo, ogni fattore associato all’alterazione della normale flora enterica aumenta il rischio di colonizzazione da parte di C.difficile. Questo accade dopo un trattamento con antibiotici, specialmente quelli ad ampio spettro come le penicilline, cefalosporine, etc. Il C.difficile può rilasciare due tossine ad alto peso molecolare, tossina A e B, che sono responsabili delle manifestazioni cliniche associate alla patologia. Queste possono variare da una forma di diarrea acquosa moderata autolimitante alla colite pseudomembranosa, al megacolon tossico ed alla morte. Il Clostridium difficile è responsabile del 95-100% dei casi di coliti pseudomembranose, del 60-75% di casi di coliti associate ad antibiotici ed al 35% dei casi di diarrea associate ad antibiotici. La glutammato deidrogenasi (GDH) di Clostridium difficile è un enzima prodotto in grandi quantità sia dai ceppi tossigeni che da quelli non tossigeni presente sulla superficie del batterio. Il GDH risulta quindi un ottimo marcatore per determinare la presenza del microorganismo in feci di persone infette.
E.COLI
E. coli O157:H7 rappresenta uno delle centinaia di ceppi del batterio Escherichia coli. Sebbene la gran parte dei ceppi sia innocua, questo al contrario produce una potente tossina in grado di provocare manifestazioni patologiche anche gravi. E. coli O157:H7 si ritrova nel tratto intestinale di animali sani come bovini, cervi, capre e pecore.Il primo riconoscimento di E. coli O157:H7 come agente eziologico di una malattia risale al 1982, in occasione di una epidemia di diarrea emorragica, causata (come si vide in seguito) dall’ingestione di hamburger contaminati. Da allora, si sono verificati molti episodi infettivi legati soprattutto al consumo di carne di manzo poco cotta. Escherichia coli O157:H7 è la causa principale di forme patologiche legate all’alimentazione. Secondo uno studio condotto nel 1999, negli Stati Uniti si verificano ogni anno 73.000 casi circa di episodi infettivi, dei quali 61 con esito fatale.
HELICOBATER PYLORI
L’Helicobacter pylori (H. pylori) é un batterio spiraliforme di piccole dimensioni, che si ritrova sulla superficie dello stomaco (rivestimento epiteliale) e del duodeno (strato mucoso). H. pylori provoca ulcere duodenali e gastriche. L’importanza di verificare la presenza di Helicobacter pylori trova sempre più giustificazione nella comprovata correlazione tra la presenza del batterio in concomitanza con patologie a carico del tratto gastrointestinale (stomaco e duodeno) come gastrite, ulcera peptica e cancro dello stomaco. La diagnosi di infezione da H. pylori in pazienti che presentano sintomi di patologie gastrointestinali si basa su metodi di tipo invasivo e non-invasivo. Numerosi studi hanno dimostrato che il 90% dei pazienti con ulcera duodenale e l’80% di pazienti con ulcera gastrica sono infetti da H.pylori.
CAMPYLOBACTER
Campylobacter spp. sono batteri responsabili della maggior parte delle diarree nell’uomo e sono generalmente considerati la più frequente causa di gastreoentriti nel mondo. Molte persone affette da campylobatteriosi presentano sintomi quali diarrea, crampi, dolore addominale e febbre nei 2-5 giorni successivi al contagio. La diarrea potrebbe essere caratterizzata da feci con tracce di sangue ed essere accompagnata da nausea e vomito. I sintomi durano generalmente non più di una settimana. In persone con il sistema immunitario compromesso, il Campylobacter può migrare occasionalmente nel sistema circolatorio e causare una pericolosa infezione che può mettere in pericolo di vita il paziente. Nei paesi industrializzati, le infezioni da Campylobacter, in bambini di età inferiore ai 2 anni, sono particolarmente frequenti, alcune volte anche mortali. In quasi tutti i paesi sviluppati, l’incidenza dell’infezione da Campylobacter nell’uomo è progressivamente aumentata per parecchi anni. I motivi di tale incremento non sono noti.
YERSINIA ENTEROCOLITICA
Questo batterio è un bacillo Gram negativo, di forma coccoide, non sporigeno appartenente al genere Yersinia, famiglia Enterocateriaceae. E’ un anaerobio facoltativo, in grado di muoversi a temperatura ambiente ma non a 37 °C. I ceppi hanno una dimensione generalmente compresa tra 0,5-0,8μm e 1-3μm. Esistono 6 biotipi (1A, 1B, 2, 3, 4 e 5 distinti in base alla loro sequenza genomica) contenenti 50 diversi sierogruppi di Yersinia enterocolitica, ma solo alcuni sierogruppi sono patogeni per l’uomo.I principali serbatoi animali di infezione non umana di Yersinia enterocolitica comprendono animali domestici come suini, caprini, bovini e cavalli, roditori ed animali domestici come cani e gatti. L’uomo è un ospite accidentale e non è necessario un continuo mantenimento della trasmissione in natura.La maggior parte dei ceppi patogeni umani si trovano in sierogruppi distinti (ad esempio O:3, O: 5.27, O:8 e O:3). Oltre a colonizzare i serbatoi animali precedentemente menzionati, come per Yersinia enterocolitica, Yersinia pseudotuberculosis risiede in un certo numero di specie di uccelli, tra cui piccioni, tacchini, anatre, oche e canarini. La yersiniosi si trova più comunemente in paesi con climi temperati piuttosto che nelle regioni tropicali e subtropicali. In climi più freddi, le infezioni da Yersinia si verificano soprattutto durante i mesi invernali.L’infezione si presenta come una diarrea invasiva caratterizzata da febbre, dolore addominale, colture di feci contenenti muco e sangue. Il periodo di incubazione della yersiniosi intestinale varia da 3 a 7 giorni, i pazienti eliminano gli organismi nelle feci e rimangono contagiosi durante il periodo sintomatico che dura circa 2-3 settimane. La presenza di Yersinia nelle feci di persone infette può, in rari casi, durare per settimane o mesi in una piccola percentuale di individui. Inoltre, l’yersiniosi intestinale può simulare l’appendicite acuta.
SALMONELLA
Le sindromi cliniche nell’uomo causate dalla infezione con Salmonella enterica sono classificate in Febbre Tifoide causata da S. enterica serovars typhi e paratyphi e una serie di sindromi cliniche, inclusa la diarrea, causata da salmonellae (NTS) non tifoide di cui ne esistono 2500 sierotipi. La febbre tifoide è una malattia sistemica infettiva altamente adattata all’uomo, presente in adulti e bambini che mostrano un’associazione all’immunodepressione. Mentre NTS ha un ampio spettro di ospiti vertebrati e un’epidemiologia che spesso coinvolge animali allevati, nei Paesi industrializzati di solito si presenta come gastroenterite. Una malattia severa ed invasiva dovuta a NTS è di solito associata ad immunosoppressione, comune in adulti infetti da HIV. NTS è una malattia invasiva comune anche in giovani bambini africani con comorbidità come anemia severa, malnutrizione e HIV.
SHIGELLA
Le sindromi cliniche nell’uomo causate da infezione da Shigella sono dovute a S. dysenteriae, S. flexneri, S. boydii e S. sonnei. Determinano un’ampio spettro di sintomatologia clinica tra cui diarrea, febbre e crampi allo stomaco. La Shighellosi è associata ad una scarsa igiene, ad alimenti ed acqua contaminati, a sovraffolamento e solitamente i sintomi possono durare tra i 5 e 7 giorni. I sierogruppi predominanti di Shigella sono molto comuni e possono cuasare problemi in ambienti dove l’igiene è scarsa, condizione che riguarda le grandi popolazioni.
STREPTOCOCCUS A
Lo Streptococcus di gruppo A è un batterio spesso presente nella gola e sulla pelle. Le persone che portano gli streptococchi del gruppo A nella gola o sulla pelle, non hanno sintomi della malattia. La maggior parte delle infezioni da GAS sono malattie relativamente lievi come “mal di gola”, o impetigine. In rare occasioni, questi batteri possono causare altre malattie gravi e anche mortali . Il mal di gola è un’infezione causata da Streptococcus di gruppo A, ed è molto comune tra i bambini e gli adolescenti. I sintomi di “mal di gola” includono febbre, mal di stomaco, e tonsille rosse e gonfie. Il mal di gola può produrre sintomi lievi o gravi.
LISTERIA
Listeria monocytogenes è un piccolo bacillo gram-positivo che può crescere in condizioni aerobiche o anaerobica. Si trova diffusamente nell’ambiente e può formare parte della flora intestinale di molti mammiferi, compresi gli gli esseri umani adulti sani. I sintomi iniziali di infezione includono sintomi aspecifici simil-influenzali, come nausea, vomito, crampi, diarrea e febbre. Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche cliniche uniche della listeriosi. Pertanto, i medici devono prendere in considerazione una serie di possibili cause di infezioni, comprese le infezioni virali (influenza) e altre infezioni batteriche che possono causare sepsi o meningite. I sintomi possono svilupparsi in qualsiasi momento da 2 a 70 giorni dopo aver ingerito il cibo contaminato. Fatta eccezione per la trasmissione verticale madre-feto, la maggior parte dei casi di listeriosi iniziano con l’ingestione dell’organismo con una fonte di cibo contaminata. La maggior parte degli adulti e dei bambini sani che consumano cibi contaminati manifestano solo sintomi da lievi a moderati. Le persone immunodepresse sono a rischio molto più elevato di contrarre la forma più grave di listeriori che è pericolosa per la vita.
CRIPTOSPORIDIUM
La criptosporidiosi consiste in una forma patologica diarroica causata da microscopici parassiti del genere Cryptosporidium. A seguito dell’infezione, il parassita si installa nell’intestino ed in seguito passa nelle feci. Il parassita è protetto da una membrana che gli consente di sopravvivere a lungo al di fuori dell’organismo ospite, e lo rende resistente ai disinfettanti a base di cloro. Sia la malattia che il parassita, vengono comunemente chiamati “Crypto”.Il Cryptosporidium è responsabile di numerosi episodi di patologie gastrointestinali legate al consumo di acqua contaminata, con sintomatologia che include diarrea, nausea, e/o crampi allo stomaco. Individui con il sistema immunitario seriamente indebolito (immunocompromessi) sono con ogni probabilità soggetti a sintomi più gravi e più persistenti rispetto alla popolazione sana.
GIARDIA
La giardiasi è una malattia che si manifesta sottoforma di diarrea, riscontrabile in tutte le regioni del globo. E’ provocata dal parassita (protozoo flagellato) Giardia intestinalis, noto anche come G. lamblia o G. duodenalis. La Giardia è causa comune di disturbi gastrointestinali, riscontrabili sia nei paesi sottosviluppati che in quelli piu industrializzati. L’incidenza è piu alta nei primi (sono colpite molte regioni dell’Africa, dell’Asia, dell’America Centrale e del Sud- America), in conseguenza della difficoltà di accesso a fonti idriche pulite e della generale carenza delle misure igienico-sanitarie. In queste aree, praticamente tutti i soggetti in età pediatrica contraggono l’infezione da Giardia nel corso dell’infanzia, e la prevalenza del parassita in questa fascia della popolazione giovane può raggiungere il 10-30%. In aree sviluppate come l’Europa occidentale o il Nord America, l’infezione è associata all’ingestione di acqua contaminata, all’ingestione di cibo contaminato da cisti o per contatto con residui fecali presenti su mani sporche; può essere contratta a seguito di un viaggio in zone infette o anche in ambienti pubblici come la piscina. Nei Paesi ad alto reddito, la Giardia è responsabile del 2%-5% dei casi di diarrea.
ENTAMOEBA
Amebiasi è l’infezione del tratto gastrointestinale umano da Entamoeba histolytica, un protozoo parassita che è in grado di invadere la mucosa intestinale e può diffondersi ad altri organi, soprattutto il fegato. Entamoeba dispar, un’ameba simile morfologicamente a histolytica, colonizza l’intestino umano ed è stata recentemente riconosciuta come una specie separata senza potenziale invasivo. L’accettazione di E. dispar come specie di protozoo distinta ma strettamente connessa, ha avuto profonde implicazioni per l’epidemiologia delle amebiasi, poiché la maggior parte delle infezioni asintomatiche riscontrate in tutto il mondo sono ora attribuite a questa ameba non invasiva.Amebiasi invasiva dovuta a histolytica è più comune nei paesi in via di sviluppo. Nelle aree di infezione endemica, una varietà di condizioni tra cui l’ignoranza, la povertà, il sovraffollamento, le forniture idriche inadeguate e contaminato, la scarsa igiene favoriscono la trasmissione fecale-orale diretta di amebe da una persona all’altra. Secondo stime recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stima l’essere responsabile di circa 70 mila decessi all’anno, fa sì che l’amebiasi sia la quarta causa principale di morte dovuta ad una infezione daprotozoo dopo la malaria, la malattia di Chagas, e la leishmaniosi e la terza causa di morbilità in questo gruppo di organismi dopo la malaria e la tricomoniasi. I pazienti con dissenteria hanno una media tra tre a cinque evacuazioni mucosanguinanti al giorno, con un moderati crampi addominali che precedono la scarica, e tenesmo rettale. Nei pazienti con diarrea emorragica, le evacuazioni sono poche, ma le feci sono composte da materiale fecale liquido macchiato di sangue. Vi sono moderati crampi addomianli e non c’è tenesmo rettale. Febbre e manifestazioni sistemiche sono generalmente assenti.
LEGIONELLA
Il “morbo dei legionari” rappresenta una grave forma di polmonite che comporta un tasso di mortalità di circa il 10-15% in individui non portatori di altre patologie. I sintomi includono manifestazioni simili a quelle dell’influenza, seguite da tosse secca che spesso degenera in polmonite. Circa il 30% degli infetti può presentare anche diarrea e vomito, mentre il 50% circa può evidenziare segni di confusione mentale. Il periodo di incubazione oscilla di norma tra 2-10 giorni, e sono richiesti tipicamente 3-6 giorni perché la malattia si manifesti dopo l’avvenuto contagio. La malattia può esordire con due o più casi a seguito dell’esposizione ad una singola fonte di contagio limitata nel tempo e nello spazio, ovvero come una serie di casi indipendenti riconducibili ad un’area dove la patologia è presente in forma endemica o ancora come casi sporadici senza che ci sia necessariamente un nesso di tipo geografico o temporale. E’ frequente osservare il manifestarsi della malattia all’interno di edifici affollati come alberghi e ospedali.